LA MOLISANA MAGNOLIA, UN TOTEM SOTTO L’ALBERO: IL NATALE ROSSOBLÙ ‘REGALA’ TIKVIĆ

Che il percorso cestistico di Ivana Tikvić dovesse sfociare necessariamente nell’alveo La Molisana Magnolia Campobasso doveva essere scritto da qualche parte nel grande libro del destino sotto canestro. Il totem balcanico, infatti, era stato adocchiato dal coach delle rossoblù Mimmo Sabatelli già poco dopo la Final Eight di Coppa Italia, che aveva visto i #fioridacciaio disimpegnarsi sul parquet amico del PalaVazzieri. All’epoca, però, il centro della nazionale croata era impegnato in Grecia con l’Olympiakos Pireo, formazione, quella ateniese, con cui aveva preso parte anche alla massima competizione continentale per club: l’Eurolega.

TESTE DI PARTE Già compagna di Sofia Marangoni nella sua stagione a Torino, Ivana Tikvić ventiseienne di 195 centimetri è la seconda croata nella giovane storia del team campobassano dopo l’ala piccola Mia Mašić, sua compagna in nazionale.

«Mia – argomenta – mi ha parlato tanto, e particolarmente bene, della realtà di Campobasso, raccontandomi anche della grande passione dei tifosi per la squadra».

In precedenza, a magnificare la realtà campobassana alla lunga balcanica era stata proprio Marangoni che ora ritroverà nuovamente compagna di squadra. «Una volta giunta in Molise, già dai suoi primi giorni – discetta – mi aveva detto che avrei dovuto senza mezzi termini scoprire questa realtà ed ora sarà un piacere ritrovarsi assieme».

Per via di una comune conoscenza – la connazionale Premasunac nelle stagioni dell’ala-pivot a Broni – l’ultima arrivata in casa rossoblù ha anche già contatti con Julie Wojta («Ci siamo sentite in questi giorni», confida) e con la playmaker dei #fioridacciaio Valentina Bonasia.

CUORE TRICOLORE Se la Croazia è la nazione del passaporto, delle origini e dell’avvio dell’esperienza cestistica, nonostante le esperienze belghe (l’ultima quest’estate al Castors Brain) e greche, nel cuore il nuovo centro delle magnolie ha senza mezzi termini l’Italia (dove, oltre a Torino, è stata peraltro nei roster di Umbertide, Broni e, nell’avvio di questa stagione, a Ragusa, dov’è rimasta sino ad una settimana fa).

«Tante volte – spiega la diretta interessata – scherzando dico che l’Italia mi ha abituato a stare troppo bene e non posso che scegliere realtà tricolori per la mia avventura nel club. In particolare, adoro come si vive ed alcuni dettagli legati all’ambiente. E, nella mia carriera, il sentirmi bene e a mio agio ha rappresentato sempre una spinta importante nelle mie scelte».

FILOSOFIA CESTISTICA Particolarmente concreta come tutti i balcanici, Tikvić si schermisce riferendosi a se stessa.

«Non mi piace parlare di me o descrivere il mio modo di stare in campo, preferisco che siano gli altri a parlarne e ad esprimere giudizi o referenze. Posso, invece, parlare del mio modo di concepire il basket: uno sport di squadra in cui tutti possono dare il proprio contributo. In tal senso, io credo che il pivot non sia solo quello che porta blocchi o riceve la palla in post basso (una delle sue caratteristiche prioritarie, ndr). Il centro, assieme al playmaker, è il fulcro della squadra. La palla deve raggiungerlo in post per circolare e dar vita al giusto bilanciamento tra gioco interno e perimetrale e questo consente di dare alla squadra più dimensioni».

SPETTATRICE INTERESSATA Tornata in patria per qualche giorno in occasione delle festività natalizie, seppur a distanza Tikvić domenica è stata spettatrice interessata sulla piattaforma Lbftv del match tra le magnolie sue future compagne di squadra e le sue ex colleghe di Ragusa.

«La squadra ha dato tanti segnali e spero che, quando saremo al completo, avremo la capacità di toglierci tante belle soddisfazioni, cercando di dare lustro ad un club che ha tanti progetti interessanti subito in grado di suscitare in me tanta passione».

TIFOSI PREZIOSI Parole al miele arrivano anche per gli aficionados rossoblù. «Mi piace poter trovare un’altra piazza, dove ci sono tanti tifosi appassionati per il basket al femminile, situazione non sempre riscontrabile ovunque. Con certezza posso dire loro che cercherò di fare del mio meglio e di dare il massimo, assieme alle mie compagne, seguendo le idee di gioco del nostro coach. Conoscendo il valore ed il potenziale di molte mie compagne, abbiamo la possibilità di provare a dire la nostra in ogni gara, giocando al miglior livello possibile. Ai nostri sostenitori aggiungo poi che sarà necessaria anche della pazienza perché questa è la prima stagione del club in A1, torneo che rappresenta un passo non da poco sia per il team che per il club. Noi faremo di tutto per regalare loro soddisfazioni e mi auguro, e questo sarebbe il miglior desiderio, che ci sia presto la possibilità di ritrovarsi insieme nel nostro impianto, il che vorrebbe dire,tra l’altro, una diminuzione dell’incidenza sull’esistenza quotidiana del Covid-19».

SETTE ROSSOBLÙ In Molise Tikvić vestirà la divisa con l’amato numero sette, la cifra con cui ha iniziato la propria carriera e che indossa anche con la nazionale croata.

«Perché il sette? Sinceramente – chiosa – non ci ho mai pensato, anche perché poi, nel corso della carriera, tra i diversi club ho anche avuto altre cifre come il quattro a Torino, l’undici a Ragusa ed il diciassette ad Atene. Ma, col sette, c’è un feeling particolare e sono contenta di iniziare questa nuova tappa della mia carriera, potendo contare sul suo ‘supporto’ sulle mie spalle».